Molto spesso,
durante le mie presentazioni del metodo Reiki sorge il problema della
religione, cioè in altre parole, ci si domanda se Reiki sia compatibile con il
proprio credo religioso, o se, come molti erroneamente pensano, commettano
“peccato” praticando Reiki. Premetto che, se stessimo ora parlando di un metodo
di medicina alternativa, quale per esempio l’Agopuntura, lo Shiatsu, la
Riflessologia etc., questo quesito molto probabilmente non sarebbe emerso,
perché le tecniche sopraccitate vengono viste come dei metodi “alternativi” per
apportare benessere al nostro corpo attraverso il campo energetico, e
comunemente nessuno le correla alla religione. Anche un metodo, come Fiori di
Bach, che basa i suoi principi sulle diverse essenze floreali, che a loro volta
vanno ad influire sui nostri stati emotivi e dunque sulla nostra psiche, non fa
affiorare tale problematica. Ma quando si parla di Reiki la religione diventa
inevitabilmente punto di discussione.
Questo è curioso, perché anche qui, come in altre metodologie, si cerca di portare benessere ed equilibrio nell’individuo, usando il campo energetico umano, e, di conseguenza, di armonizzare il materiale psichico (emozioni, paure, schemi mentali, maschere e difese) che durante un lavoro energetico emerge. Credo che una ragione che trae in confusione sta nel fatto che Reiki abbia una componente spirituale integrata nel sistema, un’altra ragione invece è dovuta al fatto che tale tecnica viene eseguita tramite l’imposizione delle mani, e questi due fattori insieme suscitano non poche perplessità nei fedeli in generale, ma in special modo, nelle persone di fede cristiana. Tuttavia gradirei ora sollevare questo velo di mistero ed eretismo che offusca il metodo Reiki.
Questo è curioso, perché anche qui, come in altre metodologie, si cerca di portare benessere ed equilibrio nell’individuo, usando il campo energetico umano, e, di conseguenza, di armonizzare il materiale psichico (emozioni, paure, schemi mentali, maschere e difese) che durante un lavoro energetico emerge. Credo che una ragione che trae in confusione sta nel fatto che Reiki abbia una componente spirituale integrata nel sistema, un’altra ragione invece è dovuta al fatto che tale tecnica viene eseguita tramite l’imposizione delle mani, e questi due fattori insieme suscitano non poche perplessità nei fedeli in generale, ma in special modo, nelle persone di fede cristiana. Tuttavia gradirei ora sollevare questo velo di mistero ed eretismo che offusca il metodo Reiki.
Come prima ed importante cosa
vorrei farvi capire che Reiki nulla ha a che vedere con le religioni, anzi,
essendo un metodo universale, che dunque può essere appreso e praticato da
chiunque, è trasversale a tutti i credo. Il semplice fatto che Reiki abbia una
componente spirituale non ne fa per questo né una religione né tanto meno una
setta! Dovremmo chiederci tutti che cosa in realtà intendiamo con il termine
“spirituale”, inoltre bisogna liberarsi dall’erroneo schema di identificazione
che associa lo spirituale alla religione. Ma andiamo per gradi! Per spirituale
intendo quella forza o parte di noi in costante contatto con l’energia
creatrice universale. Il problema è che noi identificandoci con l’ego e la
derivante personalità ( per= attraverso, sonare= suonare o esprimere) abbiamo
eretto un muro, che di conseguenza ci ha reso inconsapevoli della nostra reale
essenza. Questo ha creato una divisione tra ciò che siamo realmente e ciò che
pensiamo di essere. Spirituale è quell’aspetto di ogni essere vivente che per
natura unisce ciò che è diviso. Partendo da questo presupposto mi sembra
doveroso fare una distinzione tra la religione e i sui principi, e da chi li
applica e li divulga, dunque tra la teoria e la pratica. Osho Rashanesh, in
merito, sostiene che tutte le religioni parlano di amore, perdono, fratellanza
e uguaglianza di diritti per gli esseri viventi, ma tutte ritengono di essere
la religione giusta a scapito naturalmente delle altre. Non devo certo
ricordarvi che le più grandi guerre sono state causate in nome di Cristo, di
Allah, di Maometto e di Geova, e certo non devo far notare che ancora oggi in
Israele muoiono centinaia di persone nel nome della fede e fanatici terroristi
si immolano per conquistare un posto in paradiso. Quindi francamente mi chiedo
cosa tutto questo abbia a che vedere con l’amore e il perdono e tanto meno con
lo spirituale. Tutto ciò non ha niente in comune con il Reiki! L’aspetto che
unisce tutti in questo sistema è l’amore ed il rispetto per se stessi e gli
atri. Chi pratica Reiki non fa altro che elargire benessere a se stesso e a chi
gli sta vicino con lo scopo di portare armonia.
Reiki è spirituale perché il
praticante si pone completamente nelle mani dell’energia creativa universale e
si lascia guidare da essa, eludendo così le proprie aspettative egoiche.
Reiki viene donato a tutti e
tutto; non si fanno distinzioni politiche, religiose o razziali e tutti possono
praticare Reiki. Donare amore attraverso l’imposizione delle mani, per portare
equilibrio e benessere nell’individuo, è cosa molto antica e intrinseca nella
natura umana. Compiamo questo gesto ogni qualvolta sentiamo un dolore, lo
compie la madre quando accarezza il bambino, quando tramite le carezze ci
coccoliamo, e se prendiamo consapevolezza per un attimo, ci rendiamo conto che
le mani sono spesso presenti quando si tratta di portare sollievo.
Reiki non è altro che il
tentativo di unire ciò che è diviso in noi e negli altri attraverso l’amore
universale.
Reiki è amore, l’amore inteso
come sentimento universale che ci accomuna tutti nella casa dell’uni-verso dove
diveniamo co-creatori della realtà che ci circonda.
Il mio auspicio è
quello che il Reiki contribuisca a creare una realtà migliore fondata
sull’equilibrio, sul rispetto verso noi stessi e gli altri, sull’amor proprio e
verso tutto quanto ci circonda. Se ognuno si assumesse la responsabilità della
propria felicità e del proprio benessere, agendo attivamente in prima persona
verso quell’obbiettivo, aiuterebbe l’universo intero a intraprendere il viaggio
di ritorno verso la serenità e la pace. Questa visione d’amore non sarebbe più
un’utopia, ma l’inizio di una primavera colma di fiori, di una nuova
generazione ricca di una fragranza in grado di trasformare il mondo.
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