La rivoluzione Pacifica Spagnola... nessuno ne sta parlando




Io l'ho visto ed ho deciso di rinviarlo, perché penso riassuma in forma estremamente veritiera ciò che sta accadendo. 

Questa è la testimonianza di un ragazzo italiano:

Io sto vivendo personalmente da piú di una settimana ciò che qui si racconta. 


Venerdì 27 maggio mi sono svegliato ed é arrivata la polizia.

Ho visto. Ho sentito. Ho pianto.

Non si tratta di dar ragione o torto, non si tratta di giudicare. Non é per fare simpatia, o per invogliare nessuno ad unirsi. Ma almeno saperlo. Questo si.

Almeno si deve sapere perché dormiamo da due settimane per terra a 20 minuti da casa nostra, perché ci svegliamo all'alba, doccia e poi a lavorare, perché passiamo ore imparando una nuova forma di costruire, insieme, tutti uguali. 


Stessi diritti, stessi poteri. 


Non sono utopici futuri ciò di cui si parla. 


Si parla di equiparare il mondo politico al mondo di qualunque altro lavoratore, si parla di abolire privilegi feudali, si parla di trovare, insieme, alternative reali a problemi reali.


Abbiamo una mente: usiamola.


Abbiamo un cuore: usiamolo.


Abbiamo voglia di un mondo migliore: facciamolo.


Non ci cadrà dal cielo, nessuno ci regalerà un mondo migliore, siamo noi a creare il nostro mondo, ogni mattina in cui ci alziamo dal letto.


Parafrasando uno degli stupendi pensieri che ho avuto il privilegio di leggere in questi giorni, "magari mio figlio non vivrà in un mondo migliore, magari tutto questo non servirà a niente, ma guardandolo negli occhi voglio potergli dire di aver fatto tutto il possibile" Chiedo scusa se sono prolisso e noioso, ma il cambiamento da interno si propaga sempre più verso l'esterno.

Questo é solo un granello di sabbia, parlandone, raccontandolo in ufficio, o al vicino, anche solo leggendo queste righe ognuno di voi sta apportando il suo granello di sabbia.


Ringrazio e voglio bene ad ognuno di voi"


Matteo


Barcellona, 1 di Giugno 2001

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