Alla larga dalle intolleranze alimentari

Alla larga dalle intolleranze alimentari   Chiunque desideri sottoporsi ad un trattamento per desensibilizzarsi dalle intolleranze alimentari dovrebbe affiancare un linfodrenaggio per eliminare velocemente le tossine e favorire il ripristino e il riequilibrio delle funzionalità intestinali e immunitarie. Occorrono infusi a base di piante disintossicanti  per ripulire a fondo il fegato; desensibilizzanti e con azione cortisonosimile, per ridurre la sintomatologi.  I più indicati sono l’elicriso, disintossicante e il ribes nero,  antigonfiore.

Tisane per il fegato

Drenante o rilassante: scegli la tua
- Se vuoi arricchire la tua disintossicazione di un deciso effetto drenante, prova questa tisana: fatti preparare dall’erborista una miscela con 60 g di fiori di elicriso (disintossicante); 20 g di sommità di issopo (drenante); 20 g di rizoma di gramigna (diuretica e depurativa).
- Se invece ti senti stressato, nervoso, ansioso, la miscela da chiedere all’erborista è questa: 30 g di foglie di ribes nero (alleggerente, antipletorico); 30 g di radice di tarassaco (diuretico, lassativo); 40 g di fiori di biancospino (riequilibrante del sistema nervoso, antiansia).

Come preparare le tisane: Al momento dell’uso, metti in infusione un cucchiaio di miscela in una tazza di acqua bollente. Quindi filtra e bevi due tazze di tisana al giorno.

Sintomi KO con rame e zinco
Per controllare i sintomi dell’ intolleranza alimentare, puoi ricorrere ad alcuni oligoelementi: il rame e lo zinco, la cui carenza è correlata alla presenza di manifestazioni allergiche. Li trovi già pronti e miscelati nelle farmacie con settore omeopatico: i più efficaci sono quelli del tipo “oxiprolinato”, più facilmente assorbibili dall’organismo. La dose media è di 40 gocce, due volte al giorno. In alternativa, anche i tipi “orotato” e “gluconato” vanno bene.

Bambini intolleranti

Intestino e respirazione chiedono rinforzi
I sintomi sono i più diversi e possono interessare l’apparato gastrointestinale con vomito, diarrea, coliche; quello respiratorio, con tosse, asma e rinite; la pelle, con eczemi e orticarie diffuse e persistenti. Se gli esami del sangue  escludono l’allergia, la questione è più complicata e forse si tratta di intolleranza alimentare. Un vero rebus per il pediatra, alle prese con una sintomatologia sfumata e difficilmente identificabile. Un 20 % dei sintomi percepiti come allergici sono dei falsi. Su cinque bambini presunti allergici uno solo risulta positivo ai test, e la diagnosi di intolleranza alimentare è difficile da dimostrare. Per vederci più chiaro occorre raccogliere informazioni sulla  famiglia: mamma e/o papà allergici, abitudini alimentari del bambino ma anche della mamma durante l’allattamento.
Attenzione all’allattamento del neonato: lo svezzamento non deve essere troppo precoce: occorrono almeno cinque o sei mesi perché la delicata mucosa digerente del lattante sia in grado di sostenere l’urto di un alimento solido. L’ intollerante di solito ha un deficit di enzimi. Come mai? Bisogna indagare sul suo stile di alimentazione: conta la cottura dei cibi, la presenza o meno, in quello che mangia, dei temibili additivi, i cosidetti “cosmetici dell’alimentazione” . In caso di sospetta intolleranza, cerchiamo cibi alternativi. Evitando, dove possibile, la messa al bando della sostanza incriminata. Il latte, per esempio, non dovrebbe essere eliminato del tutto, potremmo andare incontro a pericolose carenze di calcio.

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