Bassissime le commissioni: appena 30 centesimi. Si
paga di più invece se si utilizza una carta diversa,
precisamente il 2,9% dell’importo versato.
Facebook invece non prende proprio niente, ma si
limita a fornire la piattaforma per gli scambi. Un
commercio di denaro tra i propri “amici” e contatti,
con i quali sarà possibile anche scambiarsi regali e
donazioni. Insomma lo stesso principio che regola
la condivisione di musica, e-books e video.
Facile l’utilizzo. L’applicazione prevede la possibilità
di trasferire denaro a tutti i propri contatti con un
semplice click, basta avere i dati PayPal e scegliere
una cartolina elettronica d’accompagnamento. Un
mercato che si prevede in rapida espansione, visto
il bacino del network su cui si appoggia: circa 800
milioni di utenti. E Facebook cosa ci guadagna?
Sicuramente popolarità, soprattutto in vista della
guerra con Google +, il nuovo social media lanciato
dal colosso americano Google che ha ambizioni di
mercato molto elevate.
Send Money rappresenta l’ultima frontiera del
prestito virtuale, un mercato che sta vivendo un
notevole sviluppo negli ultimi anni. Sempre più
spesso il cittadino-risparmiatore cerca online una
risposta alle proprie esigenze di finanziamento, per
se o per la propria azienda, di solito piccola o
media. Sempre su Internet si possono infatti
trovare i cosiddetti “comparatori on line”, ad
esempio SuperMoney, che consentono di valutare
le offerte di venti banche e finanziarie per trovare la
soluzione più adatta alle proprie esigenze.
Ma con Send Money si va addirittura oltre la logica
del prestito bancario. Si realizza la profezia
diBeppe Grillo, che più di una volta ha citato nei
suoi spettacoli esempi di prestiti privati in vigore in
altri Paesi. Ad esempio il sito Zopa.com, secondo il
comico genovese sponsorizzato direttamente dalla
BBC. Ad oggi questo sito permette a circa 800mila
inglesi di prestarsi soldi a vicenda mettendosi
d’accordo sul tasso d’interesse da pagare. Il tasso
d’interesse viene deciso con una specie d’asta
aperta dal prestatore sul modello Ebay. Tutta la
transazione si compie con una sola tassazione
dell’1 per cento. “In questo modo si bypassano le
banche, non c’è più nessun usuraio”, ha più volte
detto Grillo. “Purtroppo questo non è possibilmente
in Italia perché c’è una legge dellaBanca d’Italia che
vieta espressamente la mutualità del credito”. Ma
niente paura, da oggi in Italia ci pensa Facebook.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/11/serve-prestito-pensa-facebook/
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