L’acido folico e i Folati sono
vitamine del gruppo B (vitamina B9). Anche se frequentemente sono usati come
sinonimi, i due termini vanno distinti:
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Il termine folato si
riferisce alla vitamina nella sua forma naturale presente negli alimenti
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L’acido folico (acido
monopteroilglutamminico) è la forma ossidata della vitamina e identifica la
molecola di sintesi presente nei formulati vitaminici e aggiunta negli alimenti
fortificati.
Il nostro organismo utilizza l’acido folico nella produzione
di nuove cellule. La vitamina B9, attraverso meccanismi non ancora del tutto
noti, è essenziale per la sintesi del DNA e delle proteine e per la formazione
di emoglobina, ed è è particolarmente importante per i tessuti che vanno
incontro a processi di proliferazione e differenziazione, come per esempio, i
tessuti embrionali: per questo negli ultimi decenni l’acido folico è stato
riconosciuto essenziale nella prevenzione di alcune malformazioni congenite.
L’acido folico, inoltre, contribuisce a prevenire altre
situazioni di rischio per la salute: la sua presenza abbassa i livelli dell’aminoacido
omocisteina, associato a rischio di malattie cardiovascolari.
La quantità di folati introdotti con l’alimentazione, se
varia ed equilibrata, è generalmente adeguata. Gli alimenti naturalmente ricchi
di folati sono, per esempio, le verdure a foglia verde (spinaci, asparagi,
lattuga, broccoli), i legumi (fagioli, piselli, ceci), la frutta (kiwi, fragole
e arance) e la frutta secca (mandorle, noci, nocciole). Per quanto riguarda i
cibi di origine animale, il fegato e le altre frattaglie hanno contenuti
abbastanza elevati in folati, come pure alcuni formaggi e le uova. Bisogna tenere
in considerazione che il processo di cottura e conservazione degli alimenti può
distruggere gran parte dei folati presenti nei cibi, dato che si tratta di
vitamine idrosolubili, sensibili alla luce, al calore, all’aria e all’acidità.
La dose raccomandata è generalmente di 0,4 mg/die. Per le
donne, tuttavia, il fabbisogno nutrizionale giornaliero di folati aumenta
durante la gravidanza e l’allattamento; per questo è raccomandata la
supplementazione di questa vitamina in gravidanza.
Una riduzione dell’assorbimento di acido folico con aumento
del fabbisogno può derivare dall’assunzione di alcuni farmaci (barbiturici,
estroprogestinici), da un elevato consumo di alcol, dal diabete mellito
insulino-dipendente, dalla celiachia, da patologie da malassorbimento o da
alcune specifiche varianti di geni coinvolti nel metabolismo dei folati.
Da specificare che per lo svolgimento dell’azione dei folati
nei processi della sintesi del DNA e proliferazione cellulare è essenziale
anche un adeguato apporto di vitamina B12 (cobalamina). Questa vitamina si
trova quasi esclusivamente negli alimenti di origine animale (pesce, uova,
latticini e carne).
La carenza di acido folico nelle prime fasi della gravidanza
aumenta in modo rilevante il rischio di malformazione del feto, in particolare
di difetti del tubo neurale (Dtn) come la spina bifida o l’anencefalia. Inoltre,
la carenza di folati potrebbe essere associata ad altri esiti avversi della
gravidanza (ritardo di crescita intrauterina, parto prematuro).
Integratore alimentare di acido folico, indicato in particolare durante la gravidanza
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