Che cos'è la fitoterapia

La parola Fitoterapia [dal greco phyton (pianta) e therapeia (cura)] rappresenta in assoluto la prima forma di medicina utilizzata dall'uomo.

L’uso terapeutico delle piante medicinali è conosciuto e citato sin nei geroglifici dell’antico Egitto, nei testi di cultura orientale risalenti ad oltre 5000 anni fa, passando poi per i Greci e i Romani con una crescente importanza nel secolo scorso fino ad arrivare ai giorni nostri.

Con il termine Fitoterapia perciò si intende la cura e la prevenzione della malattia mediante la somministrazione di farmaci a base naturale.
I farmaci fitoterapici contengono principi attivi derivati esclusivamente dalle piante o da associazione di piante.
La moderna fitoterapia si basa sul concetto della " attività terapeutica globale della pianta" secondo cui nessun costituente della pianta può considerarsi "attivo" o "inerte". La pianta medicinale è considerata un organismo unitario nel quale ogni costituente ha un propria ragione d'essere nell'economia fisiologica della pianta stessa, ed esercita una determinata funzione.
Di conseguenza tutti i costituenti della pianta, sia quelli con attività farmacologica che quelli privi di attività farmacologica  ma che possono modificare l'assorbimento dei primi, concorrono a determinare l'attività terapeutica globale della pianta medicinale.



Oggi la Fitoterapia è considerata a tutti gli effetti facente parte della medicina ufficiale.
L’uomo ha sfruttato, fin dalla sua uscita dalle caverne, quello che la natura gli metteva a disposizione. Cominciò, usando i frutti e piante per cibarsi, a capire quali gli servivano per nutrirsi, quali per sentirsi meglio, quali gli davano un senso di ebbrezza, quali gli procuravano malesseri o addirittura la morte.
I trattati delle varie civiltà in epoche diverse sono l’espressione di questa medicina complementare. Non ci furono re e imperatori che nel tempo non si interessarono delle piante medicinali. Cinesi, Egiziani, Ebrei, Fenici, Assiri.
Tra gli scrittori latini arrivati sino ai nostri giorni Catone parla di 120 piante medicinali con il De Re Rustica; Plinio il Vecchio con Natutalis Historia formata da 37 libri dedicati ai principi attivi delle piante officinali; Ippocrate ne elencò 200 molto dettagliamente tanto da rimanere testo sino al Medio Evo. I cinesi attribuiscono l’origine della fitoterapia all’imperatore Shen Nung (3.400 a.C.) autore del Pen Tsao Ching in cui sono elencate 237 prescrizioni. Nel 1590 venne pubblicato un grande catalogo di erbe medicinali in 52 volumi in cui sono descritte 1094 piante officinali e ricette per 11.000 preparazioni. Nel 1874, in Egitto, nella valle dei Re, fu trovato il papiro di Ebers risalente al 1.500 a.C. sul quale erano descritte bene 876 ricette erboristiche. La fama degli erboristi egizi rimase intatta per molti secoli. Infatti il fondatore dell’erboristeria occidentale, Pedanio Dioscoride, vissuto nel I secolo ed il grande medico greco Galeno si recarono in Egitto per apprendere l’arte delle guarigioni.
L’interesse riguardo le erbe medicinali, negli ultimi decenni, rimane indiscusso nonostante la medicina allopatica, perché?
La classe medica ed i pazienti non sono grati all’enorme massa di medicine di sintesi attuali. Gli effetti tossici di queste potenti medicine immesse nel mercato non soddisfano medici e pazienti. Un’altra risposta può essere che, in ogni modo, dobbiamo alla natura i ritrovati più importanti. Pensiamo ai tanti ritrovati: il Chinino, unico rimedio ancora nella cura della Malaria; il Curaro, uno dei più validi aiuti nell’anestesia contemporanea; la Morfina, antidolorifico; la Penicillina.
L’OMS nel 1981 ha definito il termine “pianta officinale”, assegnandola ad ogni vegetale che contenga, in una o più delle sue parti, sostanze che possono essere utilizzate a scopi terapeutici, sotto forma di preparati semplici, oppure, modificate chimicamente, entrare nella composizione di farmaci di sintesi. Con questa definizione si è voluto rivalutare tutta una serie di piante, di norma conosciute, che costituivano, fino a pochi decenni or sono, la base della scienza medica. Senza voler sminuire l’indiscusso valore dei farmaci moderni, l’intervento dell’OMS ha avuto l’intenzione di riassegnare alle piante medicinali le loro indiscusse funzioni in determinati settori della medicina, soprattutto dove si richiedano terapie blande e prive di effetti collaterali, che talune sostanze chimiche di sintesi possono avere.
Secondo i dati dell’OMS ancora oggi 2 persone su tre, in tutto il mondo, ricorre alla Fitoterapia. Una relazione del 1974 dell’OMS raccomandava l’estenzione dell’uso dei rimedi Fitoterapici alle popolazioni di tutto il mondo, per poter dare un’adeguata assistenza sanitaria.
A seguito di ricerche sugli effetti collaterali ed indesiderati delle sostanze chimiche di sintesi, si è arrivati alla conclusione che le erbe, rispetto ai farmaci, sono più tollerate dall’organismo. La somministrazione dei farmaci di sintesi comportano due effetti: uno positivo ed uno negativo. Occorre quindi valutare ogni volta se il primo è superiore al secondo. Utilizzando le erbe non si utilizza mai un composto chimico.
A riconoscimento dell’importanza assunta dalla fitoterapia, presso varie università italiane, sono stati istituiti corsi di ricerca e di specializzazione in fitoterapia, scienza e tecnologia delle piante officinali.

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...