L’ arnica montana è uno dei rimedi più utilizzati dalla medicina naturale: per la prima volta fu descritta da Santa Ildegarda di Bingen, vissuta intorno all’anno Mille, e dal XV secolo in poi, divenne la pianta da utilizzare contro i traumi per antonomasia. Se ne utilizzano i fiori, le foglie e la radice, ricchi di flavonoidi, triterpeni, olio essenziali, carotenoidi, polisaccaridi, lattoni sesquiterpenici ad azione antinfiammatoria. Se ne fa prevalentemente un uso topico (salvo che nel caso dei granuli omeopatici),
attraverso l’applicazione di pomate o garze imbevute di tintura madre sulla parte traumatizzata. I preparati di arnica montana non devono essere utilizzati su cute abrasa ma solo su pelle integra, anche se traumatizzata o dolorante. Allo stesso modo anche le applicazioni esterne di tintura madre di arnica si fanno con impacchi con garze sterili ma senza occlusione cioè senza chiudere la garza con cerotti e non lasciando troppo a lungo il contatto tra la garza e la pelle.


In granuli omeopatici
     L’ arnica omeopatica in granuli si somministra in caso di dolori muscolari, per far riassorbire gli ematomi, dopo un’estrazione dentaria o una contusione: i granuli vanno assunti alla 15 o 30 CH, secondo la gravità del trauma. In ogni caso consultare il proprio medico omeopata.


Come decotto
     Contro contusioni o distorsioni prova un decotto di fiori freschi di arnica.
Procurati 2 cucchiai di foglie e fiori di arnica e versali in un litro di acqua. Fai bollire 5 minuti. Filtra e applica tiepido sulla parte lesa con compresse di garza per 20 minuti.


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