La malattia vista dall'Omeopatia

Dal punto di vista omeopatico la malattia è una eliminazione salutare di tossine che si sono accumulate nell’organismo e tale processo dovrebbe essere aiutato e sorvegliato dal medico che, secondo l’indicazione di Ippocrate “primum non nocere”, non dovrebbe mai usare sostanze che ostacolino questo lavoro di purificazione.
Contrariamente a questo principio, i farmaci allopatici sono considerati dall’Omeopatia come agenti che ostacolano i processi descritti in quanto accecano i sintomi della malattia più che eliminarne le cause profonde.
Il medico omeopatico osserva la costituzione del paziente e ne indaga il passato ai fini di prevederne il futuro. Questo per aiutare l’individuo a liberarsi dalle eventuali negatività, siano esse ereditarie, acquisite o frutto di disordini dovuti ad una vita non equilibrata. L’omeopatia è quindi una medicina a misura d’uomo; resta inteso che non si può delegare ad essa in modo totalitario la nostra salute. Elementi necessari su cui dovrebbe poggiare le fondamenta una cura durevole e completa sono: la correzione della dieta; un pensiero purificato dall’odio, paure, risentimenti e rancori; un tenore di vita armonico e tranquillo ed un buon rapporto verso tutte le creature.

La diluizione e la dinamizzazione omeopatica

La dinamizzazione omeopatica è la possibilità di far emergere nuove proprietà da una sostanza medicamen­tosa, diluendola e sottoponendola ad una serie di scuotimenti. Hahnemann chiamò questo scuotere la sostanza "dinamizzazione" e scrisse in proposito: "le dinamizzazioni omeopa­tiche, sono realmente un ri­svegliare nei corpi naturali delle pro­prietà medicamentose che restano celate fintanto che essi sono nello stato grezzo".
Il processo di dinamizzazione può essere usato con sostanze prese da tutti i regni della natura. Le sostanze solide vengono raschiate o triturate mescolandole con una certa quantità di lattosio come diluente inerte; quelle liquide vengono diluite utilizzando acqua o alcool. La soluzione ottenuta viene poi scossa vigorosamente al fine di liberare l'energia dinamica racchiusa nei suoi atomi.
Nel processo della dinamizzazione, ogni particella della sostanza o della diluizione da trattare, viene in intimo contatto con ogni parte della sostanza diluente, creando così una situazione  squisitamente energetica, che mette in evi­denza, gradino dopo gradino, aspetti celati della sostanza uti­lizzata.
Le diluizioni omeopatiche, sono effettuate secondo una specifica proporzione aritmetica. La prima diluizione decimale si ottiene diluendo la sostanza originale in 10 parti di solvente. La seconda diluizione decimale si ottiene dalla prima diluizione, aggiungendo una goccia di questa a 10 gocce di solvente. Ogni successiva diluizione si ottiene allo stesso modo, ag­giungendo cioè una goccia della diluizione precedente a 10 gocce di solvente e quindi scuotendo vigorosamente.
Il rapporto, fra i diversi gradi di diluizione, viene generalmente stabilito in modo decimale o centesimale. Le diluizioni decimali, che abbiamo visto nell'esempio precedente, sono indicate con la lettera D dopo il nome del prodotto, ad esempio Sulfur D6 indica la 6° diluizione decimale.
Le diluizioni centesimali, ovvero il rappor­to 1:100, sono invece indicate con la lettera C, ad es. C4 indica la 4° diluizione centesimale.
A volte dopo la D o la C compare anche una H che significa "diluizione fatta seguendo le istruzioni date da Hahnemann".
Ricordiamo che più una sostanza è stata diluita e più è forte la sua azione farmacologica. Con la 7° diluizione centesimale (C7), terminano le "basse diluizioni" che possono essere somministrate con relativa sicurezza anche da un princi­piante. Le diluizioni più alte dovrebbero essere lasciate alla di­screzione dei medici omeopatici di lunga esperienza, così che vengano prescritte quando ve ne sia reale bisogno.

2 commenti:

marianna franchi ha detto...

Interessante! Un abbraccio

Unknown ha detto...

Grazie mille marifra... cerco di fare del mio meglio :) Un abbraccio anche a te...

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